Bentornatə a La Cultura dei Talenti!
In questo numero parleremo di parole, linguaggi e neologismi e quanto rispecchino, raccontino e forgino la nostra società, il nostro bagaglio culturale.
Enzo Bianchi nel suo articolo per “La Repubblica” racconta:
In Russia nel XIII secolo furono abbandonati dei bambini e fu dato l’ordine di lasciarli vivere nel bosco, dove trovavano cibo ma senza rivolgere loro la parola, senza dare loro segni di affetto. Morirono.
Sì, noi siamo umani perché ci viene rivolta la parola e perché parliamo.
Le parole ci servono per vivere insieme; ma interiormente ogni parola ha una risonanza, accende immagini e pensieri, forgia emozioni e sentimenti.
Buona lettura!
La Cultura della Tradizione
Leggi la riflessione di Enzo Bianchi su L’importanza delle parole.
Partiamo dalle radici con la definizione di Neologismo. Cosa s’intende? Come nasce una parola nuova e perché?
Ecco una piccola guida alla lettura delle “parole nuove”.
La Cultura dell’Innovazione
Come siamo arrivati all’uso così frequente di anglismi che riscontriamo oggi nel linguaggio quotidiano? A spiegarcelo il Presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini.
La lingua è composta da parole e dietro ad ogni parola esistono dei gesti, dei segni che ne arricchiscono il concetto. I segni sono in grado di far cadere le barriere comunicative che riscontrano le persone che le parole non le possono sentire. Finalmente, assistiamo ad un avvenimento storico: la lingua italiana dei segni è ufficialmente riconosciuta.
La Cool-tura Generazione Z
Neologia: la call di Graphic Days® sui nuovi linguaggi del visual design in Italia, aperta a tutti i designer sotto i 30 anni fino al 15 luglio.
Voce all’Esperto
Il paradigma della scienza statistica per l’analisi del linguaggio: uno studio del Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II
Le Interviste con Te
Vera Gheno, famosa docente sociolinguistica, sulla e rovesciata per includere tuttə. Una lingua italiana gender-neutral perché "Il maschile non è inclusivo o universale ma è sovraesteso usato solo per tradizione, perché la nostra è una lingua androcentrica".
Coltivare a Milano
Questa settimana per il nostro angolo di Poesia nella nostra città vi presentiamo Potafiori e il loro kokedama.
Il kokodema, detto anche il bonsai volante, o “perla di muschio”, è una composizione di origine giapponese. Ogni kokedama ha un tema, dato dalla disposizione delle piante e da quelle prescelte: per esempio il passare delle stagioni o la nascita di un fiore.
Il kokedama di Potafiori è composto dal pane di radici della pianta avvolto da un foglio di muschio fresco. A differenza della tecnica originaria non vengono modificate in alcun modo le radici e questo permette di poter travasare la pianta in vaso tradizionale qualora lo si desiderasse.
Di facile manutenzione, basta immergere la palla di muschio, in un contenitore con acqua temperatura ambiente, lasciare in ammollo per 5-10 minuti sollevare schiacciare la zolla nella sua rotondità e appoggiare su una base impermeabile.
Ci vediamo domenica prossima!